Cenno storico
Nel 1209, "Malvalia"; nel
1224, "Malavalla"; nel 1582, "Malvaia".
Nel 1852 si trovarono 3000
monete romane, d’Aureliano a Costantino, il che fa pensare che il nucleo di
Malvaglia risalga a tempi assai lontani.
È stato constatato che l’abate
di Disentis aveva dei beni nel paese già a partire dal 1201, ciò che mette in
evidenza l'importanza del villaggio per rapporto alla valle. Sopra il villaggio,
in un luogo quasi inaccessibile, esistono tutt'ora le rovine di una "Casa dei
Pagani" che testimoniano così la posizione "strategica" del paese, situato
appunto all'entrata della valle.
Nel 1219 era una delle sei
"vicinanze" (delle sei "rodarie") della Val di Blenio, forse la più importante;
era dunque a Malvaglia che avevano luogo le sedute supplementari della "placida
donnegaria" della vallata. La chiesa di S. Martino, vanto del paese nonché
monumento nazionale, risale a prima del 1209. La sua facciata porta ancora degli
affreschi antichi; la piccola cappella vicina, invece, possiede delle pitture
risalenti al 1551.
La più grave disgrazia per il
paese fu nel 1512: una parte del Monte Crenone infatti franò ostruendo l'uscita
della valle (impedendo così lo sbocco per il fiume Brenno) e creando quindi un
lago che sommerse l'intero villaggio. Delle inondazioni gravi ebbero pure luogo
nel 1620, 1747 e 1868; in più, un’epidemia di tifo nel 1806 fece più di 100
vittime.